La diffusione massiva delle nuove tecnologie tra i giovani turboconnessi di ogni età scolare, sta causando una nuova emergenza di salute pubblica. Dilaga la frequentazione di siti pornografici e di chat erotiche quando ancora le identità in evoluzione traballano come denti da latte tardivi. Del resto le restrizioni di ciò che dovrebbe essere “vietato ai minori” sembrano essere ormai un retaggio del passato, e persino i genitori meno tolleranti finiscono per giustificare con leggerezza il fenomeno, considerandolo normale e fisiologica curiosità, al pari di quanto accaduto loro all’età dei loro figli. La pornografia può creare danni gravi nell’immaginario sessuale di un adolescente, alterando le capacità di discernere ciò che potrebbe essere lecito in fatto di sesso e ciò che non lo è affatto, perchè patologico e postato dai porn-hub ad unico beneficio di persone psichicamente disturbate. Può generare, inoltre, senso di vergogna, ansie, preoccupazione verso tutto ciò che riguarda il sesso, legandolo a un’idea di prestazione mercificata, come fosse un oggetto tra i tanti che si può vendere e comprare. La pornografia “normalizza” pericolosamente situazioni di violenza, abuso, sottomissione, in genere a carico delle donne. Solitamente sono i maschi i maggiori fruitori di pornografia on line, ma il fenomeno è in ascesa anche tra le adolescenti, specie in gruppo, con l’aspettativa  di apprendere modelli di comportamento (maschili) da sperimentare dal vero coi loro coetanei. Le battaglie ormonali sono appena agli inizi: l’uso del preservativo per evitare gravidanze indesiderate e proteggersi dalle malattie sessuotrasmesse, ancora un optional.